Mar 09, 2021
Posted by: Admin

Monastero San Gerolamo, Biella

  • Di cosa si tratta?

Il monastero biellese di S. Gerolamo rappresenta, nel panorama artistico del territorio, uno dei pochi esempi di edificio rinascimentale ancora presenti. Si tratta di un luogo di estremo interesse sia storico che artistico, che fu costruito come sede dell’Ordine dei monaci Gerolamini dell’Osservanza per poi passare, oltre tre secoli dopo, nella proprietà ad una nobile famiglia piemontese.

Le facciate, sui cui siamo recentemente intervenuti, sono realizzate con un intonaco a base di calce tinteggiato con una pittura polimerica, eseguita alla metà degli anni Cinquanta del Novecento, ora molto degradate e in fase di distacco. La decorazione di superficie, che simula un paramento in mattoni faccia a vista, era già presente nell’impostazione cinquecentesca. Le finestre, prima dell’attuale intervento, erano incorniciate da decorazioni pittoriche a fondo ocra molto semplificate e in avanzato degrado, hanno persiane lignee e davanzale in pietra modanato a gola rovescia nelle aperture del piano nobile.

Prima dell’inizio degli attuali lavori di restauro, abbiamo realizzato un rilievo geometrico mediante utilizzo di tecnologia laser scanner che, misurando il tempo di percorrenza degli impulsi laser, è in grado di costruire una nuvola di punti nello spazio che restituisce in modo fedele le caratteristiche geometriche e volumetriche dell’edificio. Dalla nuvola di punti tridimensionale, una volta sezionata, è stata eseguita la vettorializzazione al fine di ottenere i prospetti, utili alla redazione del progetto di intervento.

  • Che cosa abbiamo fatto?

Dopo una prima fase di indagine mediante stratigrafie sulle superfici dipinte per verificare la sequenza degli strati cromatici, la configurazione e l’estensione degli impianti decorativi succedutisi nel tempo sugli intonaci, si è proceduto al descialbo manuale degli strati di pittura esistenti ed in fase di distacco.

Dove necessario, poi, sugli intonaci descialbati, sono state eseguite stuccature e consolidamenti in profondità con diffuse iniezioni dell’interfaccia intonaco-muratura.

Infine, si è proceduto all’integrazione cromatica delle superfici (mediante la stesura di un’acquarellatura costituita da un prodotto a base di grassello di calce e terre coloranti inorganiche), alla integrazione pittorica delle decorazioni esistenti a finto laterizio e dei contorni delle finestre

 

Sui tre timpani con dipinti, invece, si è proceduto, a seguito di una pulitura generale, all’integrazione pittorica delle lacune, con interventi differenziati in base al loro stato di conservazione. Dove l’impianto decorativo non era riconoscibile se non arbitrariamente, si è proceduto con il metodo dell’astrazione cromatica (ovvero solo un collegamento cromatico utilizzando dei colori presenti nell’opera in modo tale da costituire un “neutro” che si colleghi in modo armonico e pluricromatico ai diversi campi di colore). Dove invece il disegno era ancora riconoscibile si è proceduto con leggere velature di colore ed integrazioni cromatiche al fine di garantire la leggibilità delle simbologie rappresentate.

 

Lascia un commento