Ago 03, 2023
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La Casa della libertà

Notizie storiche

La Casa Littoria, dedicata all’eroe cittadino Antonio Locatelli, rientra nel piano di ridefinizione dell’area lasciata libera dalla demolizione dell’antico ospedale di S. Marco, oggetto di un concorso bandito nel 1936. Sebbene nessuno degli elaborati presentati emergesse sugli altri, la commissione giudicatrice – della quale faceva parte anche Marcello Piacentini – decise di assegnare il primo premio al progetto dell’architetto Alziro Bergonzo (1906-1997). A lui venne affidata la direzione artistica del cantiere, mentre all’ing. Oscar Gmur quella strutturale e all’architetto Paleni quella economica. Costruito tra il 1937 e il 1940, con alcune varianti rispetto al progetto originale, l’edificio costituisce la quinta settentrionale di una nuova e più ampia piazza che, nelle intenzioni della Federazione Fascista locale, doveva costituire un’alternativa a piazza Vittorio Veneto in occasione di grandi manifestazioni. Bergonzo progetta anche gli arredi degli uffici, la cui destinazione d’uso era già prevista nel bando di concorso. L’apparato decorativo è affidato a grandi artisti: Leone Lodi (1900-1974), Nino Galizzi (1891-1975) ed Edoardo Villa (1915-2011) per le sculture, Contardo Barbieri (1900-1966), Arnaldo Carpanetti (1898-1969), Gianfilippo Usellini (1903-1971) e Domenico Rossi (1911-1955) per le pitture. Divenuta proprietà del Demanio statale nel dopoguerra muta il nome in Casa della Libertà, e viene destinata a sede di vari enti e associazioni, subendo notevoli trasformazioni interne.

Descrizione

Sede altamente simbolica del locale Partito Fascista, l’attuale Casa della Libertà si presenta completamente rivestita in marmo bianco-rosato di Zandobbio. Un’architettura di pietra, i cui prospetti alti 21 metri e larghi 50, si sviluppano su tre lati adottando un’articolazione modulare di aperture alternate a pilastri. La facciata principale, sulla piazza, è costituita da un imponente porticato di dodici pilastri di ordine gigante, reggenti un architrave recante la dedica: AD ANTONIO LOCATELLI TRE VOLTE MEDAGLIA D’ORO EROE DELLA GUERRA E DELLA RIVOLUZIONE. Sul risvolto angolare è riportata la data: XVII ANNO E.F. La parete di fondo del portico ha una fascia basamentale rivestita di pietre con taglio a punta di diamante, coronata da un fregio con otto formelle a bassorilievo dello scultore Leone Lodi con soggetti tra cui “Il lavoro della terra”, “L’unione coniugale”, “I mestieri” e la “Navigazione”. Sopra l’ampio ingresso profilato da una cornice con cassettoni circolari – motivo ripreso anche nella copertura del portico – il prospetto è unito ai quattro pilastri centrali da una scala che collega il primo piano con la balconata per i discorsi pubblici, attrezzata con un podio mobile in rame. Superata la scala di accesso, decorata ai lati da sei bassorilievi di Edoardo Villa raffiguranti protagonisti della storia bergamasca, si entra nell’atrio monumentale, originariamente illuminato da vetrate e lucernario. Qui, sulla parete che lo separa dall’ex Salone della vecchia guardia (ora auditorium), nel 1940 Antonio Giuseppe Santagata dipinse la “Vita eroica di Antonio Locatelli”. Oltre al salone, al piano terra, erano ubicati il sacrario, i servizi amministrativi e tecnici. Il primo piano ospitava gli uffici del Federale e quelli della Segreteria politica; quelli superiori accoglievano le sedi di alcune organizzazioni del partito. Gli ambienti si distribuiscono lungo un corridoio anulare e sono collegati verticalmente da tre scale, due monumentali con avvio dall’atrio, e una di servizio nel lato settentrionale. Per quanto in gran parte alterata nell’articolazione interna dei locali, la Casa custodisce ancora materiali e finiture originali e di pregio.

Tratto da: Scheda Lombardia Beni Culturali, Regione Lombardia.

Interventi eseguiti

L’edificio, come si è detto, è completamente rivestito in lastre di marmo di Zandobbio che presentarono diversi problemi strutturali già pochi anni dopo la loro posa in opera e nel tempo sono stati realizzati diversi significativi interventi di restauro.

In anni recenti sono emersi nuovamente problemi alle lastre di facciata con caduta del materiale di rivestimento, motivo per il quale la facciata, e in particolare l’ingresso principale, sono stati transennati.

In fase di progetto sono state eseguite attività analitiche consistenti in:

– indagini magnetometriche per la localizzazione degli elementi metallici (zanche di fissaggio delle lastre inserite nella fase costruttiva e perni di fissaggio aggiunti in occasione degli interventi di restauro);

– saggi esplorativi effettuati in corrispondenza di stuccature o distacchi già presenti;

– indagini endoscopiche finalizzate all’individuazione delle caratteristiche costruttive dei pilastri.

Si è così rilevato un significativo degrado su numerosi elementi in pietra di rivestimento esterno. La patologia più evidente è la caduta di alcune parti delle lastre esterne, in particolare quelle dei pilastri posti in facciata. Si notavano in facciata, infatti, numerosi ferri ormai a vista che, con la loro ossidazione e il conseguente aumento volumetrico, avevano espulso il materiale lapideo causando lacune.

L’intervento di restauro è stato realizzato attraverso le canoniche operazioni di pulitura, consolidamento, sigillatura, messa in sicurezza e protezione, precedute da applicazione di biocida ove erano presenti depositi humiferi, in particolare nelle superfici a nord.

La pulitura è stata eseguita in modo generalizzato con acqua nebulizzata utilizzando anche detergenti neutri. Dove rimanevano tracce di sporco più resistenti si è proceduto con interventi localizzati con microaerabrasivatura.

È stata eseguita una messa in sicurezza delle lastre lapidee attraverso fissaggi con inserimento di perni in acciaio inox e, ove necessario, con la sostituzione di lastre molto ammalorate, in particolare di quelle che mettevano in evidenza precedenti apparati di fissaggio oramai ossidati.

Successivamente è stato applicato un consolidante corticale costituito da silicato di etile; è stata eseguita la sigillatura puntuale dei giunti di accosto tra le lastre e la integrazione di parti mancanti con impasti appositamente formulati a base di adesivi e pietra macinata.

Gli interventi di finitura sono consistiti nella applicazione di un protettivo idrorepellente e nella correzione cromatica, con acquerellature, in presenza di anomalie.

L’aggiudicazione dell’appalto dei lavori è stata acquisita attraverso bando di gara con la procedura dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ed è stato occasione per la prima esperienza, molto positiva, della collaborazione di Gasparoli Srl con Lithos Srl di Venezia, che hanno partecipato al bando in ATI.

L’Ente appaltatore è l’Agenzia del Demanio.

I lavori sono iniziati nell’ottobre 2022 e terminati nel giugno 2023.

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