Set 14, 2018
Posted by: Admin

Lavori in corso: Palazzo Tarsis 2.0

Siamo a Palazzo Tarsis, di cui vi parlai brevemente tempo fa, in occasione dell’inizio dei lavori.
Il palazzo fu realizzato su progetto di Luigi Chierichetti tra il 1836 ed il 1838, per volere del conte Paolo Tarsis, al fine di farne una dimora per se stesso mista ad appartamenti da affittare. Il sito su cui il palazzo viene realizzato era il luogo dove, un tempo, sorgeva la scomparsa chiesa di S. Paolo in Compito, luogo considerato sacro dai romani, nei pressi delle prime mura repubblicane, che venne sconsacrata all’inizio del XIX secolo.
L’edificio è l’ultimo esempio di architettura neoclassica milanese e può essere ritenuto uno dei lavori più grandiosi del Chierichetti a Milano, grazie al suo ricco impianto decorativo della facciata, che presenta un grande loggiato ed una serie di sculture in pietra rappresentanti gli Dei Consenti, ovvero un gruppo costituito da 12 delle maggiori divinità della mitologia romana. Tali statue sono state realizzate in parte da Luigi Marchesi ed in parte da Gaetano Manfredini.
Nel 1943, Milano fu colpita da una serie di bombardamenti che danneggiarono molti monumenti, tra cui il palazzo in questione che venne restaurato, poi, nel 1957 ad opera dell’architetto Guglielmo Ulrich. Il progetto, tuttavia, non fu del tutto rispettoso dell’impianto originale dal palazzo. Infatti, il lato sinistro subì alcune modifiche per poter ricavare i portici che danno su Corso Vittorio Emanuele, mentre sul lato destro venne aggiunta una nuova ala occupata dalla galleria che collega via dell’Agnello.

Il Restauro

Dopo attente indagini stratigrafiche volte a comprendere la presenza di eventuali finiture cromatiche o impianti decorativi preesistenti, si è proceduto con le opere di pulitura delle superfici lapidee e degli intonaci. Le tecniche utilizzate sono molteplici e variano a seconda delle tipologie di degrado che la superficie presenta. Ad esempio, come si vede nel video, sulle sculture sono stati utilizzati impacchi di polpa di carta, carbonato d’ammonio in soluzione satura e acqua deionizzata, oppure ci siamo serviti della microaeroabrasivatura a secco per eliminare le parti di sporco maggiormente concrezionate.
Una volta terminate le opere di pulitura si passerà ai risarcimenti degli intonaci e alle sigillature delle superfici lapidee. Ma non vogliamo svelavi nulla, questo lo lasciamo alla prossima storia!

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