A seguito dell’inaugurazione e dedicazione del nuovo altare della Basilica di Gallarate, tenutasi Domenica scorsa (11 Novembre), si è scatenato un dibattito sul significato e sulla bellezza di questa opera d’arte contemporanea, realizzata dall’artista Claudio Parmiggiani, che trova collocazione nella nuova area presbiteriale della Basilica.
Ora, si suol dire che “se non fa discutere non è arte”, ma visto che il dibattito coinvolge l’intera città, Paolo Gasparoli e Fabiana Pianezze ,che hanno curato la parte tecnica e autorizzativa del progetto, la logistica e la direzione lavori, a supporto del Maestro Claudio Parmiggiani, mi hanno chiesto di pubblicare un loro scritto che può essere d’aiuto nella comprensione dell’opera del vero significato che questa porta con sè.
“Il maestro è nell’anima”
“Il maestro è nell’anima, e dentro all’anima per sempre resterà”.
Chissà perché, guardando il nuovo altare viene in mente questa canzone di Paolo Conte.
È un’Opera, questa, nel suo insieme, realizzata per durare nei secoli, che si colloca dentro una Chiesa costruita in fondo solo 150 anni fa, ma che la rende antica nel senso che ne potenzia la dimensione storica.
Il contemporaneo di qualità, infatti, rende più antico l’antico, e lo esalta, lo fa ancora più meritevole di conservazione, rende ancora più esigente la necessità di preservare i dati di identità e di autenticità, veicolati attraverso la materia, che lo caratterizzano.
Si tratta di un’Opera, dunque, che si pone come stratificazione del momento presente, gesto di arte e di fede dell’oggi, che dialoga con la preesistenza, conferendo alla Basilica, appunto, una nuova dimensione temporale.
Un’Opera aperta, che si presta a molte letture e a molte interpretazioni.
Lo abbiamo visto lavorare, il Maestro, attento a ogni dettaglio a noi incomprensibile se non svelato; abbiamo osservato la mobilità della materia sotto le sue mani.
Costruttore appassionato di una “Architettura Morale”, come Lui stesso l’ha definita, di straordinaria intensità.
L’altare è un oggetto che scatena emozioni profonde e complesse; teste classiche precristiane e teste di personaggi del Rinascimento; menti, pensiero, sistema di volti, nuche, sguardi che si intrecciano, che danno all’Opera una visione astratta e còlta, dal sapore antico.
L’ambone, un monolite imponente e prezioso, che mostra lampi di luce dorata e azzurrina.
Simbolo sintetico della ineffabilità e della essenzialità della Parola.
Esperienza fantastica e difficile, la nostra, soprattutto nelle ultime settimane.
È stato un privilegio parteciparvi.
Note biografiche sul Maestro Claudio Parmiggiani:
Nasce a Luzzara nel 1945 ed è, ora, una delle principali figure artistiche italiane ed internazionali del secondo dopoguerra.
La sua poetica si pone in contrasto con la frammentazione di oggi e si pone alla ricerca della creazione di un’opera senza tempo. Le sue opere si presentano con uno spiccato carattere contemplativo e spirituale.
Vanta numerose mostre personali in tutto il mondo.